Israel 7 – Letter N

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Traduzione di Gabriella Campioni – revisione di Gian Piero Abbate

Salve, miei cari, sono Kryon di Servizio Magnetico.

So dove sono e tra un momento diremo a tutti dove siamo. La lettera che discuteremo oggi è la lettera “N” e starà per “Nuova Terra”, “Nuovo Umano”.

Lasciate che spieghi qualcosa a quanti non sono qui. Alcune delle cose che dirò, ancora una volta, saranno in qualche modo inappropriate perché non udite alcune di queste cose nelle canalizzazioni spirituali, (io) utilizzo un approccio pratico alla spiritualità. Gli esseri umani non possono vivere nel passato (dal punto di vista) spirituale. Se Dio è Dio, Dio è vivo in quanto Creatore, in quanto “Io Sono”: non “Io ero”! “Io Sono” significa un Dio presente, non uno passato; un Dio con informazioni attuali, bellissime, amorevoli. Non (è) un Dio (contenuto) in un libro di migliaia di anni fa: la Storia è in un libro; Dio è vivo dentro di voi.

Ci troviamo sulle Alture del Golan. Questo è un luogo importante per lo Stato di Israele per tantissime ragioni, ma se sei uno che ha a che fare con la strategia militare, (ti) è molto ovvio perché sia così importante, dato che dalle alture che dominano il mare si possono veder arrivare i propri nemici. Questo è ciò di cui voglio parlare: l’aspetto pratico di ciò che stiamo facendo. Per anni, anni e anni, in Israele arrivano gruppi; la maggior industria in Israele è il turismo. In decine di migliaia vengono e vanno da ovunque. Molti vogliono vedere e godersi la storia e se ne vanno portandosi a casa le loro fotografie e i ricordi di un viaggio. Altri vengono per ragioni spirituali in un gruppo di credenti: sarà un’esperienza emozionale che non dimenticheranno all’interno del loro sistema di credo, e se la porteranno a casa; e all’interno del loro sistema ricorderanno il tempo in cui sono venuti a visitare la terra di Abramo o la terra di Gesù. Altri vengono semplicemente perché sono interessati, e poi ci sono quelli che vengono come voi, credendo che la loro presenza qui avrà un impatto, in qualche modo, sulla coscienza del territorio, in qualche modo piantando esotericamente i semi della pace che qui non c’è (mai) stata.

Consideriamolo in modo pratico. Parliamo a un Israeliano: un saggio, pratico Israeliano che è nato qui ed è cresciuto qui e sa che cosa c’è qui. Vedrà i gruppi venire e andare: anche questo, che proclama di essere un (gruppo volto al) cambiamento di coscienza, che crede che la pace sia possibile. Quando (voi del gruppo) ve ne andrete, (gli Israeliani) roteeranno gli occhi e parleranno tra loro dicendo che le cose non cambieranno mai. Questo non è un giudizio: è reale, è pratico perché essi non sono mai cambiati. Generazione, dopo generazione, dopo generazione non sono cambiati. Persino quando Mosè camminava nel deserto,(cosa) di cui parleremo presto, c’erano le 12 tribù: lo sapevate che non andavano d’accordo? Comincia prima di ciò.

Oggi c’è uno stato, se non siete stati qui potreste non capire. Non è un Paese – non proprio, - è uno stato mentale, un campo di sopravvivenza tuttora circondato da nemici ed ex-nemici, con una storia che è sempre stata problematica. Gli Israeliani non sono tutti Ebrei: ci sono dibattiti su chi sia il padrone del territorio, su chi dovrebbe essere qui, persino sulla legalità del tutto. Ebrei e quelli che non sono Ebrei (si trovano) in un unico luogo chiamando se stessi “Israeliani”. Persino all’interno della comunità ebraica (ci sono) tantissimi sistemi di credo che si muovono con circospezione, alcuni onorando, alcuni no; tuttora non si piacciono reciprocamente. Questo è comprensibile se considerate il calderone di frustrazioni che si accumula, si accumula e si accumula. Un Israeliano è cinico, e a buon diritto. Essi guardano voi, la vostra coscienza, la bellezza dentro di voi, le canalizzazioni che sono piene d’amore e di pace… Quando ve ne andrete, semplicemente diranno: «Nulla mai succederà».

Dovete comprendere perché questa è la situazione. Un occidentale osserverà il territorio con una diversa percezione; avrà uno scenario del perché le cose funzionano o non funzionano che non ha nulla a che vedere con il modo in cui le cose stanno qui. Le Alture del Golan sono (il luogo) in cui ci sono state molte guerre, una anche poco più di 45 anni fa, e ci sono molti Israeliani che dicono che è solo una questione di tempo e ce ne sarà un’altra, e un’altra, e un’altra… È un modo di vivere, e coloro che vengono, vanno e visitano per qualunque ragione sono semplicemente turisti.

Ora, miei cari, voglio voltare pagina per un momento. Per 26 anni vi ho parlato dell’energia in cambiamento, dovremmo parlarne più tardi, oggi (stesso). Per 26 anni vi abbiamo dato informazioni (sul fatto) che (questo luogo) è importante e che qui potrebbe succedere qualcosa. Per lo più gli Israeliani, persino quelli che leggono Kryon, roteeranno gli occhi e diranno: «Andrà sempre allo stesso modo».

Vorrei concludere con una discussione che è metaforica. Vi abbiamo dato questi tipi di cose in precedenza, agli Israeliani dirò questo: tutto quello che avete da vedere è il passato, non sapete che cosa non sapete; forse è in arrivo qualcosa che non avete MAI visto, MAI. E poiché non fa parte del passato, non è alcuna cosa alla quale pensereste. Pensate per un momento a un uomo che ha una malattia: l’ha dalla nascita, suo padre l’aveva prima di lui e il padre di quest’uomo prima di lui; sembra venire insieme alla sua genealogia; è nel suo sangue. La malattia c’è sempre, egli la gestisce attentamente: osserva ciò che mangia, dove va e quello che dice sapendo che la malattia può esplodere in qualunque momento, e lo fa. E quando lo fa, egli è in modalità di sopravvivenza, la combatte e vince, e va avanti. Verso i (suoi) 50 anni, se intervistaste l’uomo e gli diceste: «Sai, c’è veramente una cura per la tua malattia!» egli roteerebbe gli occhi e direbbe: «Non è successo negli ultimi mille anni! Io (con)vivo con questa (malattia), è me, so come gestirla: vattene via con tutti i tuoi pensieri amorevoli e le tue cure strambe!» Egli non sa che cosa c’è in arrivo! Poi sul pianeta appare una nuova energia, una nuova tecnologia; avviene un pensiero nuovo... e la cura compare. L’uomo è in grado di guardarla e decidere: «È reale o dovrei rimanere come sono? Sono a mio agio con la mia malattia?» Attorno a sé, lentamente, egli vede altri con la sua (stessa) malattia che vengono curati, uno alla volta, ciononostante potrebbe ancora una volta non accettarla perché la sua mentalità si fonda sulla storia. Voi sapete a che cosa si riferisce la metafora.

Non troppo tempo fa, in un altro Paese, vi demmo una metafora pratica: un pianeta nato con una civiltà priva di occhi. Vi farò una domanda: se avete davanti a voi una persona priva della vista, che è tale dalla nascita, voglio che vi sediate con lei un momento e voglio che le spieghiate lo spettro dei colori. Pensateci: essa non sa che cosa non sa. Se in qualche modo ottenesse la vista, vedrebbe e comprenderebbe il colore. Ancora una volta dico alla Terra, a Israele: non sapete che cosa non sapete. È in arrivo il colore!

E così è.