KRYON IN ISRAELE - LETTERA R -

Traduzione di Elena Cimenti

Revisione ed editing di Leonardo Luca

video sottotitolato

 

Saluti, miei cari, sono Kryon del Servizio Magnetico.

Abbiamo atteso a lungo per darvi questa canalizzazione, e per più di due decenni ne abbiamo parlato in parte qua e là, ma ora sediamo in un luogo in cui possiamo onorare (l'argomento del messaggio) in modo diverso.

La lettera in di questa canalizzazione è "R" e sta per “Ricordare”.

Ora, se non eravate qui quando il profeta Elia ascese, come potete ricordarvene? La risposta è che tutti voi conservate la storia umana in un certo livello della vostra Akasha; non abbiamo mai espresso questo preciso concetto prima d’ora, ma l’Akasha umana è estremamente complessa, è collegata e interconnessa con altri esseri umani, altre anime e con voi stessi. Si potrebbe dire che ci sono vari livelli (strati) di memoria akashika: l’anima singola, (l’anima) planetaria, la storia planetaria, e persino quello che corrisponde a Gaia. Poiché Dio è in ciascuno di noi, anche queste complessità sono presenti – e sono splendide. Alcuni di voi hanno in realtà iniziato a risvegliarsi alla possibilità di essere stati qui. Non tutti; ma succede sempre, quando portiamo molte persone in un’area o in un luogo, che ci sia la risonanza a un’energia, e ci sia chi la percepisce e entra in contatto. Voglio che tutti ricordiate qualcosa che successe molto vicino a qui, e accadde davvero: parleremo di Elia. Per due decenni ho parlato di Elia, e non a causa della sua ruolo di Maestro ebreo, ma per la lezione che ha mostrato al pianeta sul Dio Uno. Immaginate per un momento quello che successe qui: di tutte le volte che ho raccontato la storia, oggi è più la reale perché sediamo sulla terra molto vicino a dove accadde. Pensate un attimo a un Maestro molto saggio: Elia compì molte grandi azioni, ed era davvero saggio, e Dio lo conosceva. L’uomo che gli faceva da assistente, che avrebbe un giorno indossato il suo manto – un termine che usiamo per indicare tutto il sapere, il lignaggio e la saggezza di Elia, ecco cosa definiamo ‘manto’, quasi fosse un mantello, un sopprabito che ci si può togliere per rivestirne un altro essere umano quando si muore - quest’uomo ha un nome (Eliseo), che si pronuncia in molti modi: in alcune culture è Alisha, in altre Alesha. Troverete la vicenda (descritta) in modo sincronistico nel Vecchio Testamento, riportata come fatto storico, (accaduto) non molto lontano da qui. Ma coloro che hanno fatto la storia degli Ebrei, sono gli stessi che l’hanno scritta? Questo è quello che è stato scoperto, anche questo non lontano da qui, per cui quelle che potreste definire le Sacre Scritture sono la storia di un popolo. In quella intitolata “Secondo Libro dei Re” si trova la vicenda che vi narrerò. Elia sapeva che il suo tempo volgeva al termine, ma sapeva anche che al suo livello di vibrazione da Maestro non sarebbe passato per la morte. Potreste chiedervi se questi fatti siano veri e accurati, dato che non esiste documentazione che nessun essere umano l’abbia ancora fatto dopo Elia. E stiamo arrivando al tipo di insegnamenti di cui parlavamo prima. In quei tempi antichi c’erano Maestri su questo pianeta che avevano una vibrazione molto, molto più alta della vostra, via via fino a quello che chiamereste il Maestro Cristo. Maestri di alta vibrazione vennero molte volte in questa terra, era necessario, erano esempi per il pianeta di un Dio amorevole, un Dio che comunica, che è reale e che si interessa a noi. Era così diverso da ciò che l’umanità davvero credeva fosse il Creatore. Elia non era diverso (da loro), perché questo era il suo insegnamento, da quel grande Maestro che era. Sapeva di poter controllare il momento di andarsene, sapeva quando fosse il momento (giusto). E come ciò avvenne esattamente è affar suo, ma lo sapeva. E lo sapeva con sufficiente anticipo da dire ad Eliseo di prepararsi. Ho raccontato la storia molte volte, ed è accurata e vera, ma coinvolge anche la natura umana, la percezione umana e la verità che insegnamo e che Elia ci ha mostrato.

Era il momento (giusto). Ed Elia disse ad Eliseo: “Resta vicino, per osservare questo processo e scriverne, perché ho scelto il momento di andarmene e sto per ascendere”. La storia narra che Elia letteralmente uscì nel campo, sulla nuda terra, la terra su cui vi trovate, su cui siete seduti, la terra che è qui oggi. Pensateci. È la stessa terra, è la stessa energia, è lo stesso Dio. E poi accadde qualcosa di miracoloso: Elia iniziò a trasformarsi – e quindi noi ci porremo una domanda, come più volte durante questa canalizzazione: “A che punto Dio scese a raccogliere Elia? È stato ora?” La risposta è no. Per cui, continuiamo. Secondo gli scritti di Eliseo, che osservava tutto ciò e che tra l’altro avrebbe ricevuto il manto, e avrebbe compiuto anch’egli grandi cose, quest’uomo guardò ad occhi aperti gli eventi multidimensionali che gli si svolgevano davanti. Ciò che vide non era tridimensionale. Nessun profeta, nessun maestro vide Dio in tre dimensioni, persino il Roveto Ardente fu la manifestazione della percezione di un essere umano. Un cespuglio immerso in un fuoco che non si consuma è più di un cespuglio. Alcuni dicono che aveva una forma angelica o una voce che attirò la sua attenzione e così passò nella storia.

Elia ha la sua storia, e Eliseo la osserva. La trasformazione ha inizio, e se volete sapere cosa successe momento per momento, non credo che neppure Eliseo lo sapesse, ma assorbì tutto, e guardò, e la prima cosa che vide fu la luce, una luce così brillante che non aveva mai visto niente di simile, che anzi gli ferì gli occhi. Accadde al suolo, dove si era trovato Elia. Domanda, per la seconda volta: “È questo il momento in cui Dio scende e prende Elia?” e la risposta è no. La storia continua, perché nella sua percezione Eliseo inizia a vedere forme e persino cose che - ora possiamo dirvelo - hanno un significato numerologico. Una delle cose che vede è una ruota – non solo una ruota, ma una ruota all’interno di un’altra. Questa è la sua percezione multidimensionale, non c’erano ruote lì, ma vennero mostrate a Eliseo perché potesse scriverne, e vi diciamo cosa significa. Molti hanno fatto congetture sul significato, molti hanno ragione: il cerchio, o la forma del cerchio, è la forma perfetta, e la troverete in tutta la storia spirituale, è la forma dell’aureola. Il cerchio più ampio che Eliseo vede rappresenta l’infinito amore e purezza di Dio: un cerchio perfetto non ha inizio nè fine. Ma Eliseo vide due cerchi, uno all’interno dell’altro. Quello interno rappresenta l’anima dell’essere umano, ed è un cerchio: infinito, senza inizio né fine, leggermente più piccolo del cerchio maggiore che lo cinge completamente nel suo abbraccio. I due cerchi, uno nell’altro, iniziano a trasformarsi in qualcos’altro, e Eliseo lo descrive, dice che sembrava un carro, un carro trainato da tre cavalli bianchi. Dovete capire la numerologia del tre: il tre in tempi antichi, quando si mettevano in relazione numeri e energie, rappresentava l’energia catalizzatrice. Un catalizzatore è qualcosa che trasforma continuamente ciò che lo circonda. I tre cavalli bianchi, in quanto cavalli, e il carro significano che Elia stava per andarsene altrove. Eliseo identifica il carro e lo definisce l’energia di Elia nella sua Merkabah, che in ebraico significa carro/salire su un mezzo di trasporto. Il carro dell’ascensione viene identificato perché tutta l’umanità capisca. Nell’ascensione di Elia, Eliseo mostra ciò che Elia gli mostra.

E raccontando la storia della struttura dell’essere umano, la multidimensionalità della sacralità dell’essere umano, voi vedete la parte di Elia, le sue parti sacre che si svelano proprio davanti agli occhi di Eliseo. Per la terza volta chiederò: “È adesso che finalmente Dio onnipotente, creatore dell’universo, scende a prenderlo?” E la risposta è no, perchè Eliseo dice subito dopo che il carro si alza da terra insieme alla ruota entro la ruota, il cerchio nel cerchio, verso il cielo davanti a lui, e tutto si innalza insieme, ed egli vede il Maestro Elia sparire nel cielo. (Ecco) La lezione finale, la più importante, di cui vi ho parlato per più di vent’anni: Dio è in voi. Non c’era bisogno che Dio scendesse a prendere Elia, perché Dio era in Elia. E l’energia in cui Elia si trasforma è sufficiente a portarlo in Cielo. Siete voi, dentro di voi; non è quello che Dio fa per voi, o con voi, o a voi: voi avete Dio dentro di voi. La vostra ascensione, il momento della morte, per ogni essere umano è lo stesso, ve ne andate per conto vostro, e ascendete per contro vostro. Questa è la lezione più importante che il Maestro Elia ha dato non molto lontano da qui: grazie a Eliseo ha identificato la Merkabah, ha mostrato la numerologia dell’anima umana in trasformazione, che è una rappresentazione del fatto che l’anima ritorna, si trasforma sempre, non va da qualche parte per restarci, non più di quanto Dio sia sempre immutabile. Dio cambia quando voi cambiate, ciò che cambia è la relazione: il Dio di Abramo è lo stesso di oggi, ma la relazione di Dio con Abramo è molto diversa da quella di Dio con voi. Questo è il cambiamento, il catalizzatore, il tre. Abbiamo atteso a lungo di sedere dove accadde e rivelare finalmente alcune delle metafore, che sono così belle, che Elia ci ha dato e che Eliseo ha scritto con ordine, modo, chiarezza tali che noi possiamo darvi queste informazioni tanti anni dopo. Sedete e onorate tutto questo perché non successe molto lontano da qui. Lo stesso Dio, la stessa terra, lo stesso luogo. Riflettete su tutto ciò. È splendido.

E così è.